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19 Febbraio 2019OZMO: lo street artist contemporaneo che diffonde poesia.
È uno degli street artist contemporanei più importante del panorama internazionale. Il suo nome è Gionata Gesi, in arte Ozmo. È stato precursore di tecniche e stili, con un percorso che inizia in strada e nei vari centri sociali, come accadeva spesso nei suoi anni, fino alla famosa mostra al PAC curata da Vittorio Sgarbi nel 2007,
passando per la personale al Museo del 900 a Milano (2012), alla murata di 300mq al MACRO di Roma (2012), per arrivare poi alla Minerva di 480 metri quadrati dipinta sul lato di una montagna in Val Camonica. Un’arte che oggi ha una forte connotazione sociale e politica, in grado di raccontare con la forza delle immagini e dei colori.
Ozmo si distingue per l’intensità e l’impatto figurativo delle sue opere. Rimangono nella memoria – della mente e del corpo – l’effetto, lo stupore, la curiosità e le sensazioni che suscitano le immagini che compone, in grado di colpire qualsiasi osservatore, anche il più casuale, lasciando che affiorino in lui archetipi e miti che da sempre accompagnano la storia dell’uomo e dell’umanità. OZMO, come nome d’arte, non ha un vero significato, ma più una scelta tecnica. Al posto delle due O avrebbe potuto inserire un puppet (un viso) oppure un elemento figurativo e per la M e la Z sono una questione di “gusti”.
È appena stata ultimata la sua monografia in 232 pagine di opere e critiche, in cui Ozmo descrive le dinamiche e il significato di un’arte nata nella strada ed inizialmente illegale.
Nelle sue opere ci sono simboli e storia, mitologia ed esoterismo, religione e sesso, spiritualismo e materialismo: davanti ad un suo lavoro chiunque ne avverte la potenza, l’energia, l’intensità, il messaggio. Spazia dentro uno spazio infinito. Anche le “scolature” (lo sgocciolamento voluto del colore, che scende a causa dell’inclinazione della parete) partecipano all’opera, enfatizzandone lo stile e il significato: ogni goccia che scende è stata decisa. La sua posizione, la lunghezza, la distanza tra le altre e da terra è stata voluta, studiata e realizzata. Così Ozmo rinnova l’opera, concedendole un’altra armonia, regalandole una nuova umanità: l’opera “trasuda” di bellezza e forza, ma anche di dolore e verità. Da un lato la “sporcano”, dall’altro le concedono verità e anima.